Conferenza BAGNOREGIO UNDERGROUND - Intervento iniziale del Direttore del Museo, Tommaso Ponziani
Benvenuti a tutti per questo particolare appuntamento promosso dal Museo Geologico e delle Frane.
Un primo ringraziamento al Sindaco Bigiotti e all’Amministrazione Comunale per aver creduto e finanziato questo progetto, rivolto allo studio, alla documentazione e alla divulgazione delle caratteristiche inerenti le più importanti cavità ipogee presenti sul territorio di Bagnoregio, segnate da una rilevante valenza storico-archeologica e geologica. Progetto che è solo all’inizio ma sono sicuro che avrà un proseguo molto significativo in futuro.
Un altro grazie molto sentito, specialmente da parte mia, è rivolto alla dott. Maria Letizia Arancio, Funzionario Responsabile della Soprintendenza, che ci sta seguendo e supportando non solo con la sua competenza professionale ma anche con passione ed entusiasmo, nella realizzazione delle molteplici iniziative intraprese dal Museo che va considerato come un presidio territoriale, non solo per le problematiche legate al dissesto idrogeologico, ma anche come punto di riferimento per la valorizzazione turistica di ogni manifestazione di tipo geologico, paleontologico e archeologico, di cui è ricca l’area della Teverina.
Un plauso particolare a Valerio Chiaraluce, archeologo che da rempo conosce , come pochi, il territorio della Teverina, sviscerandolo letteralmente, posso testimoniarlo io stesso, avendolo seguito nella ricerca dei vari percorsi ipogei di Bagnoregio, sempre esternamente (non sarei stato in grado di effettuare quelle contorsioni per entrare nei vari cunicoli conosciuti e non). Senza di lui non avremmo potuto documentare completamente la mostra che vedrete a Palazzo Alemanni.
Un ringraziamento, ancora, a tutti coloro che, in vario modo, hanno collaborato o contribuito alla riuscita di questo evento, come il dott. Luca Pesante, gli archeologi De Vincentiis e Tardioli, che ascolteremo fra poco, e Roberta Tozzi.
Un benvenuto più sentito alla Scuola, con la dirigente prof.essa Paola Adami e gli insegnanti presenti, ma soprattuttoagli studenti, con l’augurio di suscitare loro curiosità e voglia di esplorare i dintorni della propria esistenza, proprio come si faceva anche noi, da giovinetti introducendoci nel cunicolo che dal Cimitero portava al Parco della Rimembranza e da lì con il “fognone” fino a Porta Albana, o il foro dei Ghiri e quello di Civita o le varie cantine famigliari o addirittura l’abitato rupestre della Guadajona e altre che non ricordo.
Poi un pubblico elogio, mio personale, allo staff del Museo, al mio staff, da Enrico Diviziani a Claudia Gentili e Luca Costantini, ma soprattutto al referente di questo progetto Giovanni Maria Di Buduo, per l’impegno profuso da tutti e l’intenso lavoro svolto per preparare questo evento che illustra, come già detto, le più importanti cavità ipogee presenti sul territorio bagnorese.
Infine debbo ritornare, mio malgrado (ma solo per il tempo rubato), a compiacermi con il Sindaco e l’amministrazione comunale per aver intrapreso seriamente e concretamente una strada, ricca di iniziative volte alla salvaguardia e conservazione di Civita e che vede il nostro Museo al centro di regia per lo sviluppo di tale programma.
Infatti una delle più importanti iniziative è stata approvata e finanziata dall’Università La Sapienza di Roma e dal comune di Bagnoregio, denominata "Civita di Bagnoregio. Concepire un futuro sostenibile” che prevede, tra l’altro, la realizzazione di 2 importanti obiettivi: il I°riguarda la creazione e la gestione di un Database che raccoglierà i dati esistenti e quelli futuri, mettendoli a disposizione, attraverso il “Centro di documentazione territoriale” del Museo, per calibrare, nel miglior modo possibile, gli interventi da effettuare; il II° obiettivo consiste nel realizzare un intenso programma di monitoraggio per aree specifiche soggette a instabilità.
E’ questa la principale delle missioni, la vera “mission” che il Museo si è prefissata, quella cioè di documentare la storia e le sue straordinarie e uniche belezze naturali, la vita dei suoi più illustri cittadini, di monitorare le sue instabilità e soprattutto educare a conservare questo straordinario bene paesaggistico che la natura ci ha donato.