Civita di Bagnoregio è un gioiello, che nella sua bellezza e complessità rappresenta in modo completo e paesaggisticamente e storicamente significativo il territorio in cui è immersa: la Teverina, cioè l’area dell’alto Lazio al confine con l’Umbria, che comprende i comuni di Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Celleno, Lubriano, Graffignano e Civitella d’Agliano.
L’evento “La geologia del vino della Teverina” ha rappresentato innanzitutto una vetrina sui pregi naturalistici ed enologici del territorio teverino, sconosciuto alla quasi totalità dei turisti, che fermandosi a Civita per una fugace visita, non ne hanno né percezione, né la possibilità di scoprirne le molteplici qualità (storiche, culturali, paesaggistiche, eno-gastronomiche).
La rupe di Civita, così come il resto del territorio teverino, è costituita da depositi vulcanici del Distretto Vulsino (lago di Bolsena), che ricoprono argille di origine marina. Lungo la valle del Fiume Tevere, all’incirca 7-8 km ad est di Civita, i depositi marini sono ricoperti da quattro ordini di lembi di depositi alluvionali, testimonianti le diverse posizioni della piana del fiume nel corso dell’ultimo milione di anni. Il substrato geologico su cui sono impiantati i vitigni è quindi vario non solo da un punto di vista altimetrico, ma anche e soprattutto composizionale e morfologico.
Alle quote più alte si trovano i depositi vulcanici, di varia natura (genetica e composizionale) ma accumunati dalle caratteristiche mineralogiche, da una morfologia collinare su vaste aree e da una lunga pedogenesi (formazione del suolo) che hanno permesso l’instaurarsi delle condizioni più idonee alla produzione del vino.
Alle quote più basse si trovano invece i depositi argillosi di origine marina, con caratteristiche composizionali profondamente diverse rispetto alle vulcaniti, da una morfologia molto variegata e a tratti aspra e ingestibile (colate e calanchi) e spesso da un intenso dilavamento superficiale causato dall’impermeabilità dei depositi.
Lungo i versanti della valle del Tevere, a diverse quote sopra le argille marine si trovano diversi lembi alluvionali terrazzati costituiti da ghiaie, sabbie, limi e argille, contraddistinti da una morfologia sub-pianeggiante, e con buone caratteristiche composizionali per la produzione del vino.
L’evento di aprile è stato quindi un’ occasione di studio, approfondimento e presentazione al pubblico dei prodotti enologici del territorio della Teverina, con un approccio trasversale e di ampio respiro culturale e scientifico, garantito dalla presenza di tutti coloro che a vario titolo si intendono di vino: sono infatti stati coinvolti operatori del settore (enologi e imprenditori locali), le cui competenze sono mirate alla gestione enologica del territorio, e professionisti come geologi e agronomi, che contribuiscono allo studio delle caratteristiche dei suoli su cui crescono i vitigni.
L’evento è stato curato dal “Museo Geologico e delle Frane”, con la collaborazione dell’Associazione “Geo Teverina” ed era parte dei progetti del Sistema museale RESINA della Regione Lazio “Il Lazio: 12 mesi di natura all’anno” e “Giovani al museo”. L’evento è stato patrocinato anche dall’Ordine dei Geologi del Lazio, dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Viterbo e dall’Enoteca Provinciale Tuscia. I due ordini professionali hanno riconosiuto crediti per l’aggiornamento professionale: 4 crediti per i geologi, 0,75 per agronomi e forestali.
La conoscenza geologica del vino, spesso ignota o poco tramandata, è l’imprescindibile punto di partenza per ottenere la massima valorizzazione enologica del territorio, da cui poi sviluppare al meglio una fruizione turistica che sia sostenibile e idonea alle sue peculiarità e fragilità.
Dal confronto tra gli esperti è emerso che il territorio della Teverina ha grandissime potenzialità per la produzione del vino (stesso discorso potrebbe farsi per l’olio), ma per differenti motivi tali potenzialità sono sfruttate poco o per nulla.
Il Museo, con la propria “mission” di salvaguardia e promozione del territorio, divulgazione e diffusione del sapere scientifico, vuole farsi promotore, insieme al Comune di Bagnoregio, di un percorso finalizzato alla valorizzazione della produzione vinicola nella Teverina, creando una rete stabile di compartecipazione tra le sei amministrazioni comunali e le diverse realtà produttive vinicole.
Tale percorso vedrà negli anni l’organizzazione di diversi eventi e di attività per affrontare e risolvere le criticità e contemporaneamente per promuovere i pregi del territorio.
Far conoscere i prodotti vinicoli della Teverina ai tanti turisti che arrivano nel territorio solo per una breve visita a Civita incentiverà nel tempo la distribuzione spaziale (sul territorio) e temporale (su più giorni) di tale flusso turistico, con ricadute benefiche sulla comunità teverina, che, con un’adeguata strutturazione dell’offerta turistica diffusa nei vari luoghi di interesse, potrebbe in pochi anni sostenersi economicamente in gran parte sul turismo e sul suo indotto occupazionale.
È necessario innanzitutto costruire una forte identità territoriale che permetta di gettare le basi su cui potenziare e promuovere le attività produttive enogastronomiche del territorio teverino. Ciò permetterebbe di far crescere le aziende già esistenti e farne nascere di nuove, incentivando così i giovani a studiare il proprio territorio e ad investire su di esso.